Acque di dilavamento e industriali: non sono assimilabili

Acque di dilavamento e industriali: non sono assimilabili
Cass. pen. Sez III 2867/2014  

A cura di Cinzia Silvestri– Studio Legale Ambiente


 

Il caso:
Sul piazzale asfaltato di uno stabilimento veniva stoccato del materiale (poltiglia, frammenti di carta, fanghiglia.. ). Le acque piovane (meteoriche di dilavamento) trascinavano i materiali stoccati trasformandosi in acque meteoriche contaminate, mescolandosi alle acque piovane e scaricando sul suolo a mezzo dei tombini.
 Ebbene secondo la sentenza poi impugnata …. (continua lettura articolo Acque dilavamento e industriali…)

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TARI e Circolare del Ministero Ambiente

TARI: Tassa sui Rifiuti e Circolare Ministero dell’Ambiente
Regime tariffario per assimilati che il produttore dimostri di aver avviato al recupero
 A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri  e Dario Giardi


 
 In relazione ad alcune criticità interpretative emerse a seguito dell’entrata in vigore della legge 147/2013 – Legge Stabilità 2014, è stata pubblicata sul sito del MATTM (www.minambiente.it) la circolare n. 1/2014, a firma del Ministro Orlando, che fornisce l’interpretazione del Ministero sul mancato coordinamento tra le disposizione riportate al comma 649, seconda parte e al comma 661 dell’art. 1 della legge in parola.
A riguardo, si riportano di seguito le due disposizioni oggetto dell’intervento ministeriale:

  • “649. […] Per i produttori di rifiuti speciali assimilati agli urbani, nella determinazione della TARI, il comune, con proprio regolamento, può prevedere riduzioni della parte variabile proporzionali alle quantità che i produttori stessi dimostrino di avere avviato al recupero.”
  • “661. Il tributo non è dovuto in relazione alle quantità di rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato al recupero.”

Il contrasto del disposto normativo nasce dal mancato coordinamento del testo nel corso dei lavori parlamentari finalizzati alla definizione dello stesso: il Parlamento infatti con l’introduzione del comma 649 ha inteso lasciare ai Comuni la facoltà di disporre, con un regolamento, l’individuazione dei criteri per la riduzione della parte variabile della tariffa per i rifiuti assimilati avviati al recupero, senza considerare quanto già presente nel disegno di legge e cioè la totale esclusione di detti rifiuti dalla TARI riportata al comma 661.
Sulla base di un “principio di ragionevolezza”, il Ministro Orlando, in attesa di un chiarimento normativo, ha inteso “dare la precedenza” al disposto riportato al comma 649, seconda parte rispetto al comma 661, così da lasciare alle amministrazioni locali, come si legge nella circolare, la possibilità di “conciliare … l’intuitiva esigenza di massima sostenibilità finanziaria … con politiche di incentivo e stimolo per le buone pratiche in tema di recupero dei rifiuti” .
Si riporta in allegato la circolare n. 1/2014 del MATTM per ulteriori dettagli.
 
 
 
 

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Sfalci e potature: combustione

Sfalci e potature: Combustione
Cassazione penale n. 16474/2013
a cura di Cinzia Silvestri – Studio Legale Ambiente


 
La Cassazione penale ha affrontato un caso che si presenta oggi di particolare attualità, alla luce del nuovo reato di combustione illecita dei rifiuti (art. 256bis Dlgs. 152/2006).
La sentenza applica l’art. 185 Dlgs. 152/2006 come riformato nel 2010 (Dlgs. 205/2010): norma peraltro più favorevole per il reo e conseguente applicazione dell’art. 2 c.p. .. e la Cassazione  assolve l’imputato.
Continua a leggere l’articolo …256 sfalci potature

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Novità Ambientali: Focus L. n. 6/2014

Novità ambientali: L. n. 6/2014 (Terra dei fuochi)

Focus sulle novità introdotte dalla L. 6/2014: non solo “combustione illecita di rifiuti”
a cura di Cinzia Silvestri – Studio Legale Ambiente


 
La Legge n. 6/2014 si occupa di situazioni di emergenza ambientali ed ha inserito alcune novità dedicate in particolare alla Regione Campania (che ormai ha una legislazione quasi dedicata), alle ipotesi di commissariamento, alle imprese con importanza nazionale strategica (leggi Ilva). Novità che avranno ripercussioni anche in altri ambiti.
Lo stesso reato di Combustione illecita di rifiuti (che ha dato nome alla legge “terra dei fuochi”) nasce per reprimere condotte sorte prevalentemente in Campania ma destinate a colpire l’intera Italia.
Continua lettura articolo…..L. 6/2014
 
 
 

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Acque/fanghi: DM Ambiente 15.1.2014

Acque/Fanghi: DM Ambiente del 15.1.2014
Modifiche al Dlgs. 152/2006
a cura di Studio Legale Ambiente


 

Il Ministero dell’Ambiente pubblica in Gazzetta Ufficiale del 10.2.2014 Decreto che modifica l’allegato IV, parte I della parte V del Dlgs. 152/2006. 

La parte V disciplina la tutela dell’aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera.

In particolare l’art. 272 comma 1 si occupa degli “… gli impianti e le attivita’ con emissioni scarsamente rilevano  

agli effetti dell’inquinamento atmosferico”.

Ebbene l'allegato IV prevede, alla lettera p) della  parte  I,  tra gli impianti e le attivita' con emissioni scarsamente
rilevanti  agli effetti dell'inquinamento atmosferico, «gli impianti  di  trattamento acque, con esclusione delle linee di
trattamento fanghi»;
 Il DM a mezzo della modifica dell'allegato citato propone  le linee di trattamento dei fanghi derivanti dal trattamento
delle  acque  reflue che si  caratterizzano  per  la  presenza  di  emissioni  scarsamente rilevanti agli effetti
dell'inquinamento atmosferico;
  Si precisa che le linee di  trattamento  dei  fanghi  che  operano nell'ambito  di  impianti  di  trattamento  delle
acque  a  fini  di potabilizzazione  non  producono,  per  la  natura  stessa  di  tali attivita', emissioni in atmosfera,
con  la  conseguenza  che  non  e' necessario prevedere tali linee nell'allegato IV, parte I, alla parte quinta
decreto legislativo n. 152 del 2006;

DM Ambiente 15.1.2014

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Rifiuti: Combustione illecita è Legge

Rifiuti: Combustione Illecita è Legge

Legge del 6.2.2014 n. 6 di conversione del DL 136/2013 (Terra dei Fuochi)
a cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Il legislatore con Legge n. 6/2014 vigente dal 9.2.2014 ha convertito il DL 136/2014 (Terra dei fuochi)

L’art. 3 della L. n. 6/2014 ha inserito numerose modifiche ed integrazioni disciplinando al primo comma l’art. 256 bis (modificato) e al comma 2 inserendo la disciplina delle competenza e dei controlli rispetto a tale reato.
Si allega di seguito tabella riassuntiva pubblicata nel ………….continua lettura 256 bis 3

adminRifiuti: Combustione illecita è Legge
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Paglia, sfalci e potature – finanziamenti

Paglia, Sfalci e potature – Energia (2)
Biomasse – energia – finanziamenti

a cura di avv. Cinzia Silvestri – Studio Legale Ambiente


 

PAGLIA, SFALCI E POTATURE – BIOMASSA – ENERGIA
L’art. 185 comma 1 lett. f) esclude l’applicazione della normativa rifiuti la paglia sfalci e potature e richiama chiaramente il concetto di “biomassa”.
f) le materie fecali, se non contemplate dal comma 2, lettera b), paglia,  sfalci  e  potature,  nonche’  altro  materiale …. continua lettura articolo 3 biomasse 185 sfalci potature

adminPaglia, sfalci e potature – finanziamenti
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Paglia, Sfalci e potature – Energia

Paglia, Sfalci e potature – Energia
Evoluzione normativa dell’art. 185 Dlgs. 152/2006: schema

a cura di avv. Cinzia Silvestri – Studio Legale Ambiente


 
Il legame tra “materie vegetali” – sottoprodotto – energia” è stato normato dal Legislatore (già nel 2008) laddove prevedeva all’art. 185 comma 2: “

…Possono  essere  sottoprodotti,  nel  rispetto delle condizioni della lettera p), comma 1 dell’articolo 183: materiali  fecali  e  vegetali  provenienti  da  attivita’ agricole utilizzati  nelle  attivita’  agricole  o  in  impianti  aziendali  o interaziendali per produrre energia o calore, o biogas,..”
Le materie vegetali provenienti dall’attività agricola non sono escluse… continua lettura articolo art 185 sfalci potature 2

adminPaglia, Sfalci e potature – Energia
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Convegno – Riutilizzo delle Acque e dei Fanghi – MILANO

Convegno –  Riutilizzo Acque e Fanghi da impianti di depurazione
Milano – 20.2.2014
segnalazione a cura di Cinzia Silvestri – Studio Legale Ambiente


Studio Legale Ambiente è lieto di segnalare convegno di particolare interesse organizzato da GSISR.
Gruppo Scientifico Italiano Studi e Ricerche, associazione senza fini di lucro impegnata da più di trent’anni nell’attività di formazione e divulgazione tecnico-scientifica, organizza la giornata di studio “RIUTILIZZO DELLE ACQUE E DEI FANGHI PRODOTTI DA IMPIANTI DI DEPURAZIONE” il giorno Giovedì 20 febbraio 2014 a Milano presso il Doria Hotel viale Andrea Doria 22.
Questa giornata di studi vuole fare il punto sul riutilizzo delle acque depurate e dei fanghi a partire dalle normative per poi focalizzarsi sulle scelte tecnologico-gestionali e sugli aspetti energetici. Dopo una panoramica legislativa seguono una serie di interventi sulle esperienze dei gestori, criteri di ottimizzazione, recupero energetico e casi di studio di impianti di depurazione con riutilizzo delle acque e dei fanghi, e un importante aggiornamento sui progetti di ricerca a livello europeo. La giornata si completa con il punto di vista degli enti di controllo, e con la valutazione dell’impatto ambientale ed epidemiologico. Ampio spazio è riservato alla discussione. Si ringraziano tutti i relatori per aver reso possibile questa giornata con i loro importanti contributi.

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Accesso agli "atti" della P.A. e accesso "civico": differenze

Accesso agli “atti” della P.A. e accesso “Civico”: differenze (schema)
a cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Il Decreto sulla trasparenza amministrativa (Dlgs. n. 33/2013 vigente dal 20.4.2013) obbliga le amministrazioni a rendere trasparenti e conoscibili a tutti (Chiunque) le informazioni e dati anche sulla propria organizzazione.
Il Decreto impone … continua lettura articolo Dlgs. 33.2013

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Accesso civico e informazioni ambientali

Accesso alle informazioni ambientali  – Decreto sulla trasparenza amministrativa
Breve disamina dell’art. 40 Dlgs. n. 33/2013
a cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Il decreto sulla Trasparenza amministrativa Dlgs. 33/2013 prevede  all’art. 40 la disciplina sulle “informazioni ambientali”.
Il legislatore permette l’applicazione delle nuove norme sulla trasparenza, tra le quali anche l’art. 5 sull’accesso civico, alle informazioni ambientali.
Vero è che tale normativa, gli obblighi imposti e tanto più le sanzioni sono ancora oggi poco conosciuti.
Vale la pena di segnalare , a conferma dell’interesse pubblico sotteso all’accesso delle informazioni ambientali, che eventuale ricorso TAR al diniego di accesso è esentato dal pagamento del contributo unificato (art. 13 comma 6bis lett. a) DPR 115/2002); non altrettanto invece il semplice diritto di accesso civico (che rimane soggetto al pagamento del contributo unificato).
Studio Legale Ambiente offre una breve prosa dell’art. 40 Dlgs n. 33/2013; vai alla lettura della breve disamina sull “art. 40 Dlgs. 33.2013

adminAccesso civico e informazioni ambientali
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Consorzi Imballaggi e Statuto: sospeso DM 26.4.2013

Consorzi Imballaggi e Statuto: TAR Lazio Ord. n. 89/2014 sospende  il DM 26.4.2013
segnalazione a cura di Studio Legale Ambiente 


Con DM 26.4.2013 il Ministero Ambiente provvedeva ad imporre ai Consorzi (gestione imballaggi) ex art. 223 Dlgs. 152/2006 la “formulazione” di nuovo Statuto.
Alcuni consorziati impugnavano il DM avanti al TAR Lazio evidenziando, tra le tante censure, che le disposizioni ivi contenute erano lesive della autonomia privata ; nonchè contrarie al dettato legislativo ex art. 223 Dlgs. 152/2006.
Il TAR Lazio riconosce le ragioni dei consorziati, seppur ancora in via cautelare, e sospende il DM 26.4.2013.
TAR Lazio
DM 26.4.2013
 

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Rifiuti: istituita Commissione indagine

Commissione Ambiente: Legge n. 1/2014
segnalazione a cura Studio Legale Ambiente


La prima Legge dell’anno (n. 1/2014)  pubblicata il 15.1.2014 (a firma Letta e Napolitano) istituisce una Commissione con potere di indagare sugli illeciti ambientali; commissione munita di ampi poteri ispettivi.
Si segnala il costo previsto per finanziare tale intento (in questo clima di contrazione dei costi) :

Le spese per il funzionamento della Commissione  sono  stabilite
nel limite massimo di 75.000 euro per l'anno 2013 e di  150.000  euro
per ciascuno degli anni successivi e sono poste per  meta'  a  carico
del bilancio interno del Senato della Repubblica e per meta' a carico
del bilancio interno della Camera dei deputati.
L. n. 1/2014

 

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Acque: modifica al Dlgs. 152/2006

Regolamento Ministero Ambiente n. 156/2013
segnalazione a cura di Studio Legale Ambiente


 
Pubblicato in Gazz. uff. del 14. 1.2014  il regolamento del Ministero che integra l’allegato 3 della parte III del Dlgs. 152/2006.

Recita l'art. 1 del DM:
L'allegato 3 della parte terza del decreto legislativo 3  aprile
2006, n. 152  recante  «Norme  in  materia  ambientale»,  cosi'  come
modificato dal decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del
territorio e del mare  16  giugno  2008,  n.  131  al  punto  B.4  e'
integrato   con   il   punto   B.4.1,   rubricato   "Metodologia   di
identificazione e designazione dei corpi idrici fortemente modificati
e  artificiali  per  le  acque  fluviali   e   lacustri",   riportato
nell'allegato  1  al  presente  decreto  che  ne  costituisce   parte
integrante.

Decreto n. 156/2014

adminAcque: modifica al Dlgs. 152/2006
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Bando INAIL: fondi per le imprese

BANDO INAIL
Segnalazione a cura di Studio Legale Ambiente ed ECOGES Engineering


 
E’ stato pubblicato bando, sul sito Inail, che permette il finanziamento di progetti per lo sviluppo anche di modelli organizzativi.
Termine fissato al 21.1.2014 …per accedere al bando
Studio Legale Ambiente ed Ecoges possono fornire gli strumenti utili per accedere ai fondi.

adminBando INAIL: fondi per le imprese
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RAEE e direttiva 2012/19/UE

RAEE e direttiva 2012/19/UE
Segnalazione a cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri e Dario Giardi


 
La Commissione Ambiente del Senato, ha avviato l’esame dell’Atto del Governo n. 69 predisposto in attuazione della legge di delegazione europea 6 agosto 2013, n. 96.
Tale Atto del Governo mira a recepire la direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE)…..
….continua la lettura articolo RAEE
 

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MUD 2014

MUD 2014: approvato nuovo modello
a cura di Studio Legale Ambiente


 
E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo MUD per l’anno 2014.
Si rinvia al testo del DPCM 12.12.2013 (allegato I sotto riportato) e a breve articolo riassuntivo delle principali novità.
1 articolo MUD 2014
2 allegato I MUD

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Prestanome e gestore di fatto: quali responsabilità ambientali?

Amministratore società/prestanome e gestore di fatto: quali responsabilità ?
A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


 
La sentenza n. 47110/2013 Cassazione penale richiama principi applicabili anche in tema di responsabilità per reati ambientali[1].
La vicenda considera il caso, non raro, in cui un soggetto assume formalmente la carica di amministratore della società quale mero prestanome.
 Il Tribunale in primo grado assolve il prestanome in quanto risultava provato che .. fosse estraneo alla vita economica dell’impresa societaria, gestita a sua insaputa…”
2. Il Procuratore Generale della Repubblica ricorre censurando la decisione per violazione dell’art. 40 cpv c.p. e art. 2392 c.c.
La corte di cassazione accoglie la tesi della Procura ed afferma che il gestore di fatto è imputabile in concorso con il prestanome (amministratore di diritto) il quale abbia concretamente concorso nel reato.
Il prestanome, pur essendo escluso dalla effettiva gestione della società, è ritenuto responsabile a titolo di dolo eventuale laddove si provi in concreto che lo stesso era a conoscenza dei reati perpetrati e non si sia attivato per impedire l’evento.
Rileva in particolare che l’amministratore di diritto, (prestanome) quale legale rappresentante della società ..è formalmente titolare di una posizione di garanzia, per cui risponde a titolo responsabilità omissiva in ordine alle violazioni della legge (nel caso di specie tributaria)  avendo l’obbligo di impedire l’evento, anche se esiste, come nel caso di specie, un amministratore di fatto, il quale concorre nel reato. “Secondo il PG ricorrente, allorchè l’amministratore di diritto (prestanome), disinteressandosi dai compiti che gli sono imposti dalla legge, consente che altri realizzino condotte delittuose, deve ritenersi responsabile perchè l’inerzia è sinonimo di omissione e questa può essere effetto di negligenza ma anche di dolo. Richiama il principio di diritto secondo cui il prestanome risponde a titolo di dolo eventuale perchè, accettando la carica sociale, assume anche i rischi connessi e rileva che nel caso di specie .. aveva avuto modo di cogliere segnali di allarme sulla regolarità della gestione societaria, come rilevato dalla stessa sentenza impugnata.

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Rifiuti: trasporto illecito

Rifiuti: trasporto illecito, sequestro e responsabilità
a cura di Studio Legale Ambiente


La Cassazione penale precisa il concetto di pertinenza che permette il sequestro del veicolo nonché la responsabilità dell’azienda rispetto alla condotta del dipendente ex art. 256 Dlgs. 152/2006.
Si allega breve commento Cass. penale 45932/2913 : Cassazione penale 

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Rifiuti: trattamento e triturazione

Rifiuti: trattamento e triturazione (Cass. penale 3077/2013)
a cura di Studio Legale Ambiente


 
La Cassazione penale ribadisce il concetto che il trattamento esclude l’applicazione della normativa sulle terre e rocce da scavo nonchè dell’art. 230 Dlgs. 152/2006.
Si allega breve commento alla sentenza Cass. pen. 3077/2013 :Cassp. 3077. 256
 

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DL. n. 136/2013:emergenze ambientali

DL. 136/2013: emergenze ambientali
segnalazione a cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


E’ stato Pubblicato in Gazzetta il DL 136/2013 il Decreto che contiene disposizioni urgenti per le emergenze ambientali.
Il Decreto contiene
1) l’introduzione dell’art. 256bis Dlgs. 152/2006 relativo al nuovo illecito di combustione dei rifiuti.
2) è titolato quale  : Disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali ed a favorire lo sviluppo delle aree interessate.
3) si occupa prevalentemente della Regione Campania e della questione “ILVA” con idonei riflessi su tutta la normativa di settore

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DL 136/2013: reato di combustione illecita rifiuti

Decreto Legge 136/2013: Terra dei fuochi: reato di combustione illecita di rifiuti
art. 256bis Dlgs. 152/2006
segnalazione a cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Il Governo (consiglio dei Ministri) ha pubblicato in data 10.12.2013 decreto Legge  n. 136/2013 che interviene e sanziona il comportamento illecito volto a bruciare rifiuti.

                               Art. 3
                   Combustione illecita di rifiuti
  1. Dopo l'articolo 256 del decreto legislativo 3  aprile  2006,  n.
152, e' inserito il seguente:
  «Art. 256-bis. (Combustione illecita di rifiuti). - 1. Salvo che il
fatto costituisca piu' grave  reato,  chiunque  appicca  il  fuoco  a
rifiuti abbandonati ovvero depositati  in  maniera  incontrollata  in
aree non autorizzate e' punito con la  reclusione  da  due  a  cinque
anni. Nel caso in cui sia appiccato il fuoco a rifiuti pericolosi, si
applica la pena della reclusione da tre a sei anni.
  2. Le stesse pene si applicano a colui che tiene le condotte di cui
all'articolo 255, comma 1, in funzione della  successiva  combustione
illecita di rifiuti.
  3. La pena e' aumentata di un terzo se i delitti di cui al comma  1
siano commessi nell'ambito dell'attivita' di un'impresa o comunque di
un'attivita' organizzata.
  4. La pena e' aumentata se i fatti di cui al comma 1 sono  commessi
in territori che, al momento della condotta  e  comunque  nei  cinque
anni precedenti, siano o siano stati interessati da dichiarazioni  di
stato di emergenza nel settore dei rifiuti ai sensi  della  legge  24
febbraio 1992, n. 225.
  5. I mezzi di trasporto utilizzati per la commissione  dei  delitti
di cui al comma 1 sono confiscati ai sensi dell'articolo  259,  comma
2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, salvo che il  mezzo
appartenga a persona estranea al reato, la quale provi che l'uso  del
bene  e'  avvenuto  a  sua  insaputa  e  in  assenza  di  un  proprio
comportamento negligente. Alla sentenza di condanna o  alla  sentenza
emessa ai sensi dell'articolo 444  del  codice  di  procedura  penale
consegue la confisca dell'area sulla quale e' commesso il  reato,  se
di proprieta' dell'autore o del compartecipe al  reato,  fatti  salvi
gli obblighi di bonifica e ripristino dello stato dei luoghi.
  6. Si applicano le sanzioni di cui all'articolo 255 se le  condotte
di cui al comma 1 hanno a oggetto i rifiuti di cui all'articolo  184,
comma 2, lettera e).».
  2. Fermo restando quanto previsto  dalle  disposizioni  vigenti,  i
Prefetti delle province della  regione  Campania,  nell'ambito  delle
operazioni   di   sicurezza   e   di   controllo    del    territorio
prioritariamente  finalizzate  alla  prevenzione   dei   delitti   di
criminalita' organizzata e ambientale, sono autorizzati ad avvalersi,
nell'ambito  delle  risorse  finanziarie  disponibili,  di  personale
militare  delle  Forze  armate,  posto  a  loro  disposizione   dalle
competenti autorita' militari ai sensi dell'articolo 13  della  legge
1° aprile 1981, n. 121.

Il Governo aveva pubblicato , sul proprio sito, una breve “anteprima” del contenuto del nuovo reato
Introduzione del reato di combustione illecita di rifiuti
La norma ha l’obiettivo di introdurre sanzioni penali per contrastare chi appicca i roghi tossici, oggi sanzionabili solo con contravvenzioni.

  • Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate è punito con la reclusione da due a cinque anni. Nel caso in cui sia appiccato il fuoco a rifiuti pericolosi, si applica la pena della reclusione da tre a sei anni.
  • Se i delitti sono commessi nell’ambito dell’attività di un’impresa, o comunque di un’attività organizzata, la pena é aumentata di un terzo.
  • La pena è aumentata se i fatti sono commessi in territori che, al momento della condotta e comunque nei cinque anni precedenti, siano o siano stati interessati da dichiarazioni di stato di emergenza nel settore dei rifiuti (è il caso della Campania).
  • Se per la commissione dei delitti sono utilizzati mezzi di trasporto, si applica la confisca. Alla sentenza di condanna consegue la confisca dell’area sulla quale è commesso il reato, se di proprietà dell’autore o del compartecipe al reato, fatti salvi gli obblighi di bonifica e ripristino dello stato dei luoghi.

La necessità dell’incriminazione scaturisce dall’inadeguatezza dell’attuale sistema sanzionatorio che inquadra l’illecita combustione dei rifiuti quali violazioni prive – nella sostanza e nella prassi applicativa – di rilevanza penale.
Le incriminazioni si aggiungono a quelle di cui agli articoli 255 e 256 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, (abbandono di rifiuti e attività di gestione di rifiuti non autorizzata) e mirano a colpire (anche attraverso la confisca obbligatoria del mezzo utilizzato per la commissione del reato) il preoccupante fenomeno dei roghi di rifiuti, al quale conseguono immediati danni all’ambiente ed alla salute umana, con la dispersione in atmosfera dei residui della combustione, incluso il rischio di ricadute al suolo di diossine.
 

adminDL 136/2013: reato di combustione illecita rifiuti
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Delegato ambientale : Cass. Pen. n. 46237/2013

Delegato ambientale: Cass. pen. 46237/2013
a cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Quale responsabilità per il delegato ambientale munito di idonea delega?
La Cassazione penale si esprime con rigore senza dimenticare l’accertamento della idoneità della delega conferita.
Si rinvia a breve disamina della sentenza citata Cass. pen. 46237/2013: delegato ambientale 46237
 

adminDelegato ambientale : Cass. Pen. n. 46237/2013
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