P.A. e trasparenza: DL 66/2014

Obbligo pubblicazione dati  per la P.A. nel DL 66/2014

segnalazione a cura Studio Legale  Ambiente


 Il Decreto Irpef (DL 66/2014 vigente al 24.4.2014) ribadisce l’obbligo della amministrazioni di conformarsi al dettato del Dlgs. 33/2013.

Risulta invero che molte amministrazioni non hanno ancora ottemperato all’obbligo.

L'inadempienza è sanzionata ai sensi dell'art. 46 Dlgs. 33/2013 che precisa:

L'inadempimento degli obblighi di pubblicazione  previsti  dalla
normativa  vigente  o  la  mancata  predisposizione   del   Programma
triennale per la trasparenza e l'integrita' costituiscono elemento di
valutazione della responsabilita' dirigenziale,  eventuale  causa  di
responsabilita' per danno all'immagine  dell'amministrazione  e  sono
comunque valutati ai fini della corresponsione della retribuzione  di
risultato e del trattamento  accessorio  collegato  alla  performance
individuale dei responsabili.
  2. Il responsabile non risponde dell'inadempimento  degli  obblighi
di cui al comma 1 se prova che tale inadempimento e' dipeso da  causa
a lui non imputabile. 

Ebbene l’art. 8 del DL 66/2014 si occupa della Trasparenza e razionalizzazione della spesa pubblica per beni e servizi) 

  1. Le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 11 del  decreto
legislativo 14 marzo 2013, n.  33,  fermo  restando  quanto  previsto
dagli  articoli  29,  33  e  37  del  medesimo  decreto  legislativo,
pubblicano sui propri siti istituzionali, e rendono accessibili anche
attraverso il ricorso ad un portale unico, i dati relativi alla spesa
di cui ai propri bilanci preventivi e consuntivi  e  l'indicatore  di
tempestivita' dei pagamenti  secondo  uno  schema  tipo  e  modalita'
definite con decreto del Presidente del  Consiglio  dei  ministri  da
emanarsi, sentita la Conferenza unificata, di cui all'articolo 8  del
decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281,  entro  30  giorni  dalla
data di entrata in vigore del presente decreto.
  2. La disposizione di cui al comma 1 costituisce, per le  pubbliche
amministrazioni  interessate,   obbligo   di   trasparenza   la   cui
inosservanza e' sanzionata ai sensi  dell'articolo  46  del  medesimo
decreto legislativo n. 33 del 2013……"
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Corruzione: modello segnalazione reati

Modello per segnalazione reati corruzione: P.A. e non solo 
segnalazione a cura di Studio Legale Ambiente


E’ stato pubblicato dal Dipartimento della Funzione Pubblica un modello predisposto per la segnalazione di reati o illeciti in materia di corruzione.
Il modello destinato alla Pubblica amministrazione può essere utilizzato come modello anche da società private e nell’ambito del Modello 231. Ed invero la protezione del soggetto che denuncia il fatto reato è prevista anche per le società e per tutti i soggetti a cui è riferito il modello 231 (Dlgs. 231/2001).
Il Modello di Denuncia e’  rispettoso dell’ articolo 54-bis del Dlgs. 165/2001 –  Tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti (norma in vigore dal 28 novembre 2012)
“1. Fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell’articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all’autorità giudiziaria o alla Corte dei conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia.
2. Nell’ambito del procedimento disciplinare, l’identità del segnalante non può essere rivelata, senza il suo consenso, sempre che la contestazione dell’addebito disciplinare sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione. Qualora la contestazione sia fondata, in tutto o in parte, sulla segnalazione, l’identità può essere rivelata ove la sua conoscenza sia assolutamente indispensabile per la difesa dell’incolpato.
3. L’adozione di misure discriminatorie è segnalata al Dipartimento della funzione pubblica, per i provvedimenti di competenza, dall’interessato o dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nell’amministrazione nella quale le stesse sono state poste in essere.
4. La denuncia è sottratta all’accesso previsto dagli articoli 22 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241 , e successive modificazioni”.
modello

adminCorruzione: modello segnalazione reati
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Terre e Rocce e normativa Regionale

Terre e Rocce e normativa Regionale: Corte Cost. n. 70 del 2.4.2014

Illegittimità costituzionale Legge Provincia Trento
A cura di Cinzia Silvestri– Studio Legale Ambiente


La Corte Costituzionale si pronuncia su antica questione ovvero sul limite della legislazione Regionale  rispetto alla competenza esclusiva dello Stato in materia ambientale.

La Corte richiama la sentenza della Corte n. 249/2009 che già aveva affermato il carattere “trasversale” della competenza statale in materia dell’ambiente e dell’ecosistema”.
Nel caso in esame il contrasto sorge in merito alla disciplina delle Terre e rocce da scavo da piccoli  cantieri, oggi … (continua lettura articolo TerreRocce Corte Cost. 70.2014

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Quesito: modifica ragione sociale e registro di carico e scarico

 Se si modifica la ragione sociale della ditta bisogna vidimare nuovo registro di carico e scarico?
segnalazione a cura di Studio Legale Ambiente e Dario Giardi


Quesito
Un’azienda modifica la sua ragione sociale, ma non partita iva/codice fiscale che rimangono invariati. E’ necessario provvedere a vidimare un nuovo registro carico/scarico rifiuti, con i dati aggiornati: è corretto? Come comportarsi con il registro utilizzato fino a quel momento? é opportuno o obbligatorio annullare le pagine inutilizzate?
Risposta
Se la ditta cambiando ragione sociale varia anche il codice fiscale dovrà necessariamente presentare alla Camera di Commercio e di conseguenza utilizzare, nuovi registri di carico e scarico rifiuti. Se la ditta cambiando ragione sociale non varia il codice fiscale potrà continuare la compilazione del registro già in essere comunicando, con una semplice nota, gli estremi della variazione (data e nuova ragione sociale), specificando nella stessa nota che tali variazioni non hanno comportato mutamenti di codice fiscale e di indirizzo dell’insediamento produttivo e allegando copia della nota al registro dei rifiuti.
* le risposte ai quesiti sono meramente indicative e non costituiscono parere.  Ogni caso deve essere valutato nel concreto.
adminQuesito: modifica ragione sociale e registro di carico e scarico
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Quesito: sosta per trasbordo o stoccaggio?

Sosta per trasbordo o stoccaggio?
segnalazione a cura di Studio Legale Ambiente e Dario Giardi


Quesito
Lavoro presso una società di autotrasporto rifiuti, che periodicamente bonifica presso propria autorimessa le autocisterne e cassoni adibiti al trasporto rifiuti; la società  stocca il refluo liquido, derivante da tale operazioni di lavaggio, presso bulk da 10 mc, installati in sito, per poi smaltire presso impianto idoneo autorizzato, una volta riempito il bulk. Si chiede  se tale situazione  rientra nella definizione di deposito temporaneo di rifiuto o se occorre richiedere autorizzazione alla Provincia per poter eseguire tale operazione.
Risposta
L’operazione configurata nel quesito può rientrare nelle casistiche previste per la sosta per trasbordo, purché tale deposito non superi le 48 ore.
Il comma 12, l’art. 193 del Dlgs 152/2006 dispone infatti che: “la sosta durante il trasporto dei rifiuti caricati per le spedizioni all’interno dei porti e degli scali ferroviari, delle stazioni di partenza, di smistamento e di arrivo, gli stazionamenti dei veicoli in configurazione di trasporto, nonché le soste tecniche per le operazioni di trasbordo non rientrano nelle attività di stoccaggio di cui all’art. 183, comma 1, lettera l), purché le stesse siano dettate da esigenze di trasporto e non superino le quarantotto ore, escludendo dal computo i giorni interdetti alla circolazione”.
In caso contrario, pertanto, l’attività si configura come un’attività di stoccaggio (e quindi da autorizzare) presso la propria sede legale/operativa con trasporto da effettuare mediante FIR nel quale  bisognerà indicare espressamente l’operazione di trasbordo effettuata.
le risposte ai quesiti sono meramente indicative e non costituiscono parere. Ogni caso deve essere valutato in concreto

 

adminQuesito: sosta per trasbordo o stoccaggio?
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Avvalimento: Comunicato AVLP

Comunicato AVLP: avvalimento
segnalazione a cura di Studio Legale Ambiente


L‘Autorità per la Vigilanza Lavori Pubblici pubblica alcuni chiarimenti a seguito della sentenza della Corte di Giustizia del 10 ottobre 2013.
“Richiamato il principio espresso dalla Corte di giustizia europea

per il  quale  non  si  puo'  escludere  l'esistenza  di  lavori  che
presentino peculiarita' tali da richiedere una determinata  capacita'
che non si ottiene associando capacita' inferiori di piu'  operatori,
risultando precisato che "In un'ipotesi del genere  l'amministrazione
aggiudicatrice potrebbe legittimamente esigere che il livello  minimo
della capacita' in questione sia raggiunto da un operatore  economico
unico o, eventualmente, facendo riferimento ad un numero limitato  di
operatori economici, ai sensi  dell'art.  44,  paragrafo  2,  secondo
comma,  della  direttiva  2004/18,  laddove  siffatta  esigenza   sia
connessa e proporzionata all'oggetto dell' appalto interessato";

avvalimento comunicato

adminAvvalimento: Comunicato AVLP
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Incenerimento e Co-incenerimento: art. 237ter Dlgs. 152/2006

Incenerimento e Co-incenerimento: definizioni e nuovo articolo 237ter Dlgs. 152/2006
Revisione del T.U. Ambiente (Dlgs. 152/2006)

A cura di Cinzia Silvestri– Studio Legale Ambiente


Il Dlgs. n. 46/2014, inserendo gli articoli 237 bis e ss. al Dlgs. 152/2006,  riscrive anche la parte normativa dedicata agli impianti di incenerimento e co-incenerimento.

Il Dlgs. 152/2006 non conteneva le definizioni di impianto di incenerimento e co-incenerimento definite invece nel Dlgs. 133/2005 art. 2.
Ed invero il Legislatore aggiunge all’art 5 Dlgs. 152/2006  … (continua lettura articolo Incenerimento e co Dlgs. 46.2014 

adminIncenerimento e Co-incenerimento: art. 237ter Dlgs. 152/2006
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RAEE: Nuova disciplina nel Dlgs. n. 49/2014

RAEE: Dlgs. n. 49/2014 – attuazione della Direttiva 2012/19/UE
Dlgs. 151/2005  abrogato (parzialmente)

A cura di Cinzia Silvestri– Studio Legale Ambiente


L’attesa revisione del sistema RAEE è giunta a destinazione.

E’ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 28.3.2014 il Decreto Legislativo di attuazione della Direttiva 2012/19/UE (che sostituisce ogni riferimento alla Direttiva 2002/96/CE)
Dopo la pubblicazione del Dlgs. 27/2014 che già abrogava alcune parti del Dlgs. 151/2005, interviene il provvedimento normativo di revisione  e sostituzione del Dlgs. 151/2005.
L’art. 42 provvede ad abrogare parzialmente il Dlgs. 151/2005 ,normativa … (continua lettura articolo Dlgs. 49.2014 RAEE)

adminRAEE: Nuova disciplina nel Dlgs. n. 49/2014
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Pubblicato Dlgs. n. 46/2014 : attuazione della Direttiva 2010/75/UE

Pubblicato Dlgs. 4.3.2014 n. 46 : attuazione della Direttiva 2010/75/UE in relazione alle emissioni industriali
Revisione del T.U. Ambiente (Dlgs. 152/2006)

A cura di Cinzia Silvestri– Studio Legale Ambiente


Con vigenza al 11 aprile 2014 il Codice ambientale si aggiorna .

Il Dlgs. 46/2014 riscrive alcune parti del Codice Ambientale in particolare anche la normativa A.I.A. nonché gli articoli 5 e ss. del Dlgs. 152/2006
L’art. 34 riassume invero il corposo restyling che abroga molte disposizioni del Dlgs. 152/2006 e annuncia il “pensionamento” del Dlgs, 133/2005 (incenerimento rifiuti) già dal 2016 ( norma ad oggi madre e cardine del settore).
“1 . A decorrere dalla  data  di  entrata  in  vigore  del  presente decreto sono abrogati:
a) l’articolo 29-sexies,  comma  2,  del  decreto  legislativo  3 aprile 2006, n. 152,
b) l’articolo 35, comma 2-quinquies, del  decreto  legislativo  3 aprile 2006, n. 152,
c) l’articolo 36, comma 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152,
d) l’articolo 54, comma, 1 lettera a), del decreto legislativo  3 aprile 2006, n. 152,
e) l’articolo 273, comma  15,  lettere  l)  ed  m),  del  decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152,
f) l’articolo 273, comma 16, del  decreto  legislativo  3  aprile 2006, n. 152;
g) l’articolo 275, commi 9 e 16, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152
h) il decreto-legge 30 ottobre 2007, n. 180, recante differimento di termini in materia di autorizzazione integrata ambientale e  norme transitorie, convertito, con modificazioni, dalla legge  19  dicembre 2007, n. 243;
i) il decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 100.
 
2. Il decreto legislativo 11 maggio 2005, n.  133,  e’  abrogato  a decorrere dal 1° gennaio 2016.
 

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Nessuna "Multa" … senza diffida

Nessuna “Multa” …senza diffida
LRVeneta 10/2014 e diffida amministrativa per illeciti commessi dopo il 15.3.2014.

Segnalazione a cura di  Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri  


L’amministrazione, dal 15.3.2014, prima di sanzionare il trasgressore per l’eventuale illecito dovrà diffidarlo all’adempimento entro 10 giorni; se il trasgressore adempie non è sanzionabile.

L’intervento legislativo pare un gesto di civiltà a cui non siamo più abituati … (continua lettura articolo  diffida amministrativa..)

adminNessuna "Multa" … senza diffida
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Circolare 1/2014 Ministero P.A.: Modello 231 e corruzione

Circolare 1/2014 Ministero P.A. : Enti soggetti a trasparenza amministrativa

Conferma legame Dlgs. 231/2001 e anticorruzione
A cura di Cinzia Silvestri– Studio Legale Ambiente


Il Ministero della Pubblica Amministrazione  ha pubblicato circolare 1/2014 (Gazz. Uff. 31.3.2014) avente ad oggetto l’applicazione delle regole sulla trasparenza di cui alla

1)    L. 190/2012 (Anticorruzione) e del
2)    Dlgs. 33/2013 (Trasparenza) e
3)    Dlgs. 39/2013 (Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico);
4)    Piano Nazionale anticorruzione approvato dalla CIVIT 11.9.2013 (oggi A.N.AC. – Autorità Nazionale Anticorruzione)
con riferimento agli enti e … continua lettura articolo Corruzione e 231
 

adminCircolare 1/2014 Ministero P.A.: Modello 231 e corruzione
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RAEE: Dlgs. n. 27/2014

RAEE : pubblicato Dlgs. 27/2014

Recepita Direttiva 2011/65/UE: restrizioni sull’uso di sostanze pericolose
Segnalazione a cura di  Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri  e Dario Giardi


Il testo del decreto, essendo in linea con le previsioni della Direttiva, dovrebbe risolvere le numerose complessità e gli ostacoli che hanno, sino ad oggi, reso difficoltosa la raccolta dei RAEE nei punti di vendita e al domicilio dei consumatori.

Il Decreto Legislativo abroga l’art. 5 e l’allegato 5 del Dlgs. 151/2005 in quant assorbiti dal nuovo decreto. I Due decreti Legislativi (151/2005 e 27/2014) coesistono.
Dlgs. n. 27/2o14

adminRAEE: Dlgs. n. 27/2014
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Sicurezza: Dirigente senza budget

Sicurezza: “Dirigente” senza budget
Cassazione penale n. 6370/2014

A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri 


 

La Corte di Cassazione, con sentenza 6370 dell’11 febbraio 2014, ha chiarito la posizione del soggetto che, sebbene qualificato come dirigente, non abbia poteri decisionali e di spesa ovvero di budget o fondi finanziari ai quali attingere, in relazione alle responsabilità scaturenti dalla sua posizione in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.. Tali soggetti pur avendo la qualifica di dirigente e occupando posizione di vertice non sono equiparabili al datore di lavoro e dunque non sono imputabili le relative responsabilità continua lettura articolo Dirigente senza budget

adminSicurezza: Dirigente senza budget
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Dlgs. 231/2001: differenza tra concussione e Induzione indebita

Dlgs. 231/2001 – Concussione e Induzione indebita
 Quale differenza tra i due reati? Risponde la Cassazione penale Sez. Unite 12224/2014
 A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


I reati di concussione e induzione indebita sono sanzionati dal Dlgs. 231/2001 con particolare gravità (da 300 quote a 800 e sanzioni interdittive) (vedi anche articolo su questo sito)
Tali reati possono essere utilmente commessi anche in materia ambientale attesa la trasversalità degli istituti tant’è che il Piano Nazionale Anticorruzione prevede l’estensione o comunque la considerazione di questi reati anche in tutti i settori (Ambiente, Sicurezza ecc..).
Di fatto l’introduzione del reato di Induzione amplia il novero dei comportamenti perseguibili in quanto coglie l’aspetto psicologico della induzione facilmente riscontrabile nella nostra quotidianità e forse meno percepibile come reato nella coscienza di molti. (continua lettura dlel’articolo concussione e induzione..)

adminDlgs. 231/2001: differenza tra concussione e Induzione indebita
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Sicurezza: Amministratore condominio e appalti

Sicurezza: Amministratore condominio e appalti
Cassazione penale n. 42347/2013 – Art. 26 Dlgs. 81/2008
A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri 


 
La Corte di Cassazione, con sentenza n. 42347 del 15 ottobre 2013, ha chiarito la posizione dell’amministratore di condominio riferita agli obblighi connessi ai contratti d’appalto o d’opera o di somministrazione (artt. 26 e 55 D. Lgs. 81/2008)
In particolare ha chiarito se l’amministratore di condominio, in caso di appalto, rivesta la qualifica di datore di lavoro e se, in ipotesi negativa, ricopra comunque una posizione di garanzia che gli impone di assicurare la sicurezza del lavoro.
La Cassazione rinvia …. (continua lettura Sicurezza amministratore condominio….

adminSicurezza: Amministratore condominio e appalti
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Linee Guida per l'indennizzo "da ritardo" della P.A.

LINEE GUIDA PER INDENNIZZO DA RITARDO della P.A.
Direttiva del Ministero: Indennizzo  da  ritardo   nella   conclusione   dei procedimenti ad istanza di parte.

Segnalazione a cura di Studio legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Pubblicata in Gazzetta ufficiale la Direttiva 9.1.2014 del Ministero della P.A. e semplificazione

La Direttiva pone Linee Guida per la erogazione dell’indennizzo nei casi in cui la PA tardi nel concludere un procedimento ad istanza di parte o d’ufficio.
La Direttiva si distingue per il contenuto ampio che riassume il dettato normativo con corretti riferimenti di giurisprudenza; recepisce l’intento del legislatore, lo chiarisce e tuttavia (non si comprende con quale potere) ..restringe il campo di applicazione della Legge e pone limiti alcuni rispettosi  del dettato legislativo ed altri di dubbio rispetto.

In ogni caso rimane un provvedimento chiarificatore.


La Direttiva fornisce dunque alla P.A. Linee Guida sull’applicazione  del DL 69/2013,   convertito,   con modificazioni, dalla L n. 98/2013.

La Legge introduce  il  diritto dell’interessato ad ottenere un indennizzo  da  ritardo e intende garantire  l’effettivita’   dei principi sanciti dalla legge 7 agosto 1990, n. 241 e, in particolare:
1) tutelare i privati in conseguenza della  violazione  dei  termini  di conclusione  dei  procedimenti  attivati   ad   istanza   di   parte
2) prevedere  il  pagamento  di  un somma pari a 30 euro per ogni giorno di ritardo.
3) sanzionare la violazione  di  un  obbligo,  in  quanto  correlato  al rispetto di un preciso termine  di  conclusione  di  un  procedimento amministrativo cosi’ come disciplinato dall’art.  2  della  legge  n. 241/1990.
4) ribadire che le pubbliche amministrazioni hanno il dovere di concludere  un procedimento avviato d’ufficio o a istanza di parte con l’adozione di un  provvedimento  espresso,  entro  un  termine   definito   da   un regolamento adottato dalla specifica Amministrazione  di  riferimento o, in mancanza, entro il termine di trenta giorni.
5) L’indennizzo da ritardo prescinde  dalla natura giuridica del  termine  apposto  e,  quindi, dalla circostanza che il termine abbia  un  carattere  perentorio  (e determini  il  venir  meno   del   potere   dell’Amministrazione   di pronunciarsi) o ordinatorio (persistendo il relativo potere).
6) L’indennizzo è dovuto anche nell’eventualita’ in cui la mancata emanazione del provvedimento  sia riconducibile  ad  un  comportamento  “scusabile”,  e   astrattamente “lecito”, dell’Amministrazione (compreso caso fortuito o forza maggiore).
Il provvedimento contiene audace trasparente formulazione dei principi di difficile applicazione nella pratica. La Guida riassume il contenuto legislativo ed il percorso giurisprudenziale.
 La Direttiva invero dopo aver riconosciuto il dettato legislativo con ampio respiro comincia ad indicare , tra le righe, i limiti di tale indennizzo:
1) circoscrive  gli  effetti ai soli  procedimenti  amministrativi  relativi all’avvio e all’esercizio dell’attivita’ d’impresa.
2) richiesta di indennizzo solo per i procedimenti successivi al 21 agosto 2013
3) l’importo da  corrispondere  all’interessato e’ pari a 30 euro per ogni giorno di ritardo, fino ad un  massimo  di 2.000 euro;
4) l’importo e’ calcolato a partire  dal  giorno  successivo alla data in cui il procedimento avrebbe dovuto essere concluso.
5) l’indennizzo  da  ritardo  non   e’ applicabile nelle ipotesi di Denunzia di Inizio di  Attivita’  (o  di Segnalazione Certificata di Inizio di Attivita’)
6)  L’interessato successivamente al decorso dei  termini  di conclusione del procedimento deve  ricorrere   all’Autorita’ titolare del potere sostitutivo di cui all’art. 2, comma 9-bis, legge n. 241 del  1990,  richiedendo  l’emanazione  del  provvedimento  non adottato  e,  contestualmente,   la   corresponsione   dell’eventuale indennizzo da ritardo per il caso  in  cui  il  titolare  del  potere sostitutivo non provveda nel termine a lui assegnato.
7) Tale istanza deve essere presentata nel termine perentorio di venti giorni dalla scadenza del termine entro il quale il  procedimento  si sarebbe dovuto concludere.
Il  rispetto  del  termine  di  presentazione  della   domanda   di indennizzo costituisce un onere a carico del privato. Ne consegue che la violazione dello  stesso  determinera’  un  effetto  decadenziale, impedendo  la  riproposizione  dell’istanza   diretta   ad   ottenere l’indennizzo con riferimento a quello specifico procedimento  di  cui si tratta.
 
 

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Ambiente, Dlgs. 231/2001 e Corruzione

Ambiente, Dlgs. 231/2001 e Corruzione
 Cosa cambia per le Pubbliche Amministrazioni e non solo (PNA)
A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Il modello relativo alla responsabilità amministrativa declinato all’art. 25[1] Dlgs. 231/2001 ha subìto, con la Legge190/2012, modifica ed integrazione.
La L. 190/2012 ha aggiunto tra i reati presupposto la “induzione indebita a dare o promettere utilità”  e ha revisionato, soprattutto, i reati richiamati nel codice penale (cfr. art. 75 della L. 190/2001).
Le Società che hanno pertanto costruito il modello sui reati di concussione e corruzione hanno aggiornato il Modello 231 alle novità introdotte dalla Legge sulla Corruzione…….. (continua la lettura dell’articolo Corruzione e ambiente ..)

Leggi anche sul sito articolo già pubblicato su PNA e PTCT….


[1] Art. 25 Concussione , induzione indebita a dare o promettere  utilita’  e  corruzione
1. In relazione alla commissione dei delitti di cui  agli  articoli 318, 321 e 322, commi 1  e  3,  del  codice  penale,  si  applica  la sanzione pecuniaria fino a duecento quote.
2. In relazione alla commissione dei delitti di cui  agli  articoli 319, 319-ter, comma 1, 321, 322, commi 2 e 4, del codice  penale,  si applica all’ente la sanzione pecuniaria da duecento a seicento quote.
3. In relazione alla commissione dei delitti di cui  agli  articoli 317, 319, aggravato ai sensi dell’articolo 319-bis quando  dal  fatto l’ente ha conseguito un profitto di rilevante entita’, 319-ter, comma 2, ((319-quater)) e 321 del codice penale,  si  applica  all’ente  la sanzione pecuniaria da trecento a ottocento quote.
4. Le sanzioni pecuniarie previste per i delitti di cui ai commi da 1 a 3, si applicano all’ente anche quando  tali  delitti  sono  stati commessi dalle persone indicate negli articoli 320 e 322-bis.
5. Nei casi di condanna per uno dei delitti indicati nei commi 2  e 3, si applicano le sanzioni interdittive  previste  dall’articolo  9, comma 2, per una durata non inferiore ad un anno.
 
 
adminAmbiente, Dlgs. 231/2001 e Corruzione
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RAEE: sostanze pericolose restrizione

RAEE : sostanze pericolose restrizione
Restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature   elettriche ed elettroniche

Segnalazione a cura di  Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri  e Dario Giardi


 

Il Consiglio dei Ministri del 28 febbraio, ha approvato, in via preliminare, il decreto legislativo che recepisce la direttiva europea 2011/65/Ue sulla restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Ricordiamo che la direttiva europea 2011/65/UE mira a:
1) rendere più chiaro l’assetto… (continua lettura articolo 4RAEE)

adminRAEE: sostanze pericolose restrizione
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Sistri sanzioni: quando entrano in vigore?

Sistri: quando entrano in vigore le sanzioni? 1 gennaio 2015
Proroga dei termini L. 125/2014
 A cura di Cinzia Silvestri – Studio Legale Ambiente


E’ stato convertito con Legge n. 15/2014 il DL 150/2013. Vai alla lettura DL 150/2013 art. 10 

In particolare il comma 3 bis dell’art. 11 L. 125/2014 ha modificato il termine per l’applicazione delle sanzioni – Sistri  non più al 1 agosto 2013 bensi al 31.12.2014:
“…3-bis. Nei dieci mesi successivi alla data del 1° ottobre 2013 Fino al 31.12.2014 continuano ad applicarsi gli adempimenti e gli obblighi di cui agli articoli 188 , 189 , 190 e 193 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 , nel testo previgente alle modifiche apportate dal decreto legislativo 3 dicembre 2010, n. 205 , nonché le relative sanzioni. Durante detto periodo …. – continua lettura  Sistri sanzioni termini 


 
 
 
 

adminSistri sanzioni: quando entrano in vigore?
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Reati ambientali: novità

REATI AMBIENTALI – NOVITA’
Approvato dalla Camera il Disegno di Legge sui Nuovi Reati ambientali

Segnalazione a cura di  Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri  e Dario Giardi


 

La Camera dei Deputati ha dato impulso alla normativa che introduce rilevanti novità nel codice penale.
La declinazione degli articoli nuovi (artt. 452bis ss. c.p.) è già indicata nel sito del Parlamento di cui si riporta un estratto.
Ciò che si vuole mettere in luce con questa breve informativa è :
1) la collocazione dei nuovi reati ambientali…. (continua lettura articolo3 reati ambientali

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Piano Nazionale Anticorruzione e P.A.

Piano Nazionale Anticorruzione: Le Amministrazioni sono chiamate a realizzare il Piano Triennale Anticorruzione (PTPC)

A cura di Cinzia Silvestri– Studio Legale Ambiente


 

E’ stato approvato il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) che ha lo scopo di segnare alcune linee guida finalizzate alla prevenzione della corruzione.
Il concetto di corruzione, nell’ambito del PNA, ha una accezione ampia, non strettamente giuridica, e vuole colpire tutti i comportamenti in cui si riscontri l’abuso da parte di un soggetto Pubblico ; in particolare dialoga con alcuni blocchi normativi di particolare complessità e rilevanza …..(……..continua lettura articolo PNA e PTPC

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Bonifiche e SIN: Art. 252 bis Dlgs. n. 152/2006

Bonifiche e Siti di Interesse Nazionale (SIN)
Art. 252bis Dlgs. 152/2006 come riformato dalla L. n. 9/2014
(Destinazione Italia)

A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


 

Il DL 145/2013 (Destinazione Italia) è stato convertito con modifiche dalla  L. n. 9/2014
L’articolo 4 della L. 9/2014 modifica l’art. 252bis del Dlgs. 152/2006 che si occupa dei Siti inquinati Nazionali (SIN) di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale.
Di seguito schema di confronto con il DL 145/2013 convertito nonché ….(continua lettura articolo252bis

adminBonifiche e SIN: Art. 252 bis Dlgs. n. 152/2006
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Contributo per progetti: bando con scadenza a 28.2.2014

😀 😀 Contributo per progetti dal Ministero : bando in scadenza al 28.2.2014
segnalazione a cura di Studio Legale Ambiente


 
Pubblicato sul sito del Ministero per lo sviluppo economico il bando ministeriale di cui al Decreto Direttoriale 10 gennaio 2014.
Il bando, che scade al 28.2.2014, finanzia progetti a partire da € 100.000,00.
Destinatari dell’intervento pubblico,sono  le Associazioni, gli Enti e gli Istituti, operanti a livello nazionale, rappresentativi del tessuto imprenditoriale di riferimento nonché le Camere di commercio miste iscritte all’Albo di cui all’articolo 22, comma 1 della legge 29 dicembre 1993, n. 580.
La finalità pubblica è quella di sostenere attraverso un contributo finanziario lo svolgimento di “attività promozionali di rilievo nazionale” per l’internazionalizzazione delle PMI  che i citati organismi rappresentano, al fine di promuovere il tessuto produttivo nazionale.

Bando per contributi Enti 
 
 

adminContributo per progetti: bando con scadenza a 28.2.2014
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