Risarcimento danno da ritardo contro la P.A.

Nessun risarcimento se non si impugna il silenzio…
Risarcimento danno da Ritardo contro la P.A.: TAR Lazio – Roma, n. 1185/2015
A cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


 
La sentenza del TAR Roma funge da monito a tutti coloro che incautamente decidono di attivarsi per chiedere il risarcimento del danno alla PA senza aver prima esperito le dovute azioni giudiziali.
La vicenda sottesa alla sentenza appare quotidiana ovvero una storia di ordinaria follia burocratica che ha scatenato molteplici provvedimenti della P.A. ed il dovuto risentimento di colui che li ha subiti.
La società invero attendeva l’esito della propria domanda di autorizzazione ordinaria ex art. 28 Dlgs. 22/97, richiedeva pareri ma non si attivava mai giudizialmente contro il silenzio della amministrazione.
A fronte della perigliosa vicenda il TAR esclude il risarcimento del danno richiesto dal ricorrente proprio per non aver esperito le dovute azioni giudiziali contro l’amministrazione. Nonostante non sia d’obbligo (non pregiudiziale) esperire l’azione giudiziale il TAR conclude: benché non certo pregiudiziale, rileva comunque ai fini del giudizio di diligenza e buona fede del soggetto danneggiato di cui all’art. 1227, comma 2, c.c.


 
Una società chiedeva “la condanna del Commissario regionale per l’emergenza rifiuti del Lazio, della Regione Lazio e del Ministero …… continua lettura articolo risarcimento PA

adminRisarcimento danno da ritardo contro la P.A.
Leggi Tutto

Rumore: condominio e risarcimento danno ex art. 844 c.c.

Rumore: condominio e risarcimento danno da “rumore” impianto di riscaldamento
Cassazione civ. n. 23283/2014 – art. 844 c.c.
A cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


 
La questione prende origine da controversia condominiale.
I proprietari di un appartamento citavano in giudizio il condominio a causa dei tubi dell’impianto di riscaldamento che causavano rumori costanti e fastidiosi. Il rumore oltre i limiti di tollerabilità veniva accertato in giudizio tramite apposita perizia.
La Cassazione precisa che il diritto al risarcimento sorge:
1) a prescindere dalla violazione dei limiti pubblicistici di tollerabilità
2) a prescindere dal buon uso della fonte di disturbo, o dalla manutenzione, o dal rispetto delle norme di sicurezza; nel caso di specie l’uso normale dei tubi dell’impianto di riscaldamento fonte delle immissioni e causa del danno.
3) accertata l’ illegittimità della fonte ……..continua lettura articolo ” Rumore Cass. 23283.2014″..

adminRumore: condominio e risarcimento danno ex art. 844 c.c.
Leggi Tutto

Corte Giustizia UE condanna Italia

Italia condannata dalla Corte di Giustizia UE sentenza C-196/2013
a cura di Studio Legale Ambiente


La Corte di Giustizia UE ha condannato l’Italia,  a pagare circa 42milioni di euro, per la violazione della direttiva Europea Rifiuti ovvero per non aver ottemperato alla sentenza della Corte del 2007.
La violazione riguarda l’omesso impegno dell’ITALIA alla soluzione del problema delle discariche.
Si allega breve comunicato stampa della Corte di Giustizia
Comunicato stampa UE

adminCorte Giustizia UE condanna Italia
Leggi Tutto

Recinzione: Abbandono rifiuti da parte di terzi e proprietario del terreno

Illegittimo l’ordine di rimozione dei rifiuti.
Recinzione: Abbandono rifiuti da parte di terzi e proprietario del terreno
TAR Puglia – Lecce 4 novembre 2014 n. 2637
a cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Il proprietario del terreno non risponde dell’abbandono dei rifiuti da parte dei terzi se non viene accertata la sua responsabilità nell’abbandono; né può costituire valutazione di colpevolezza non aver recintato i terreni oggetto di abbandono.
L’ordinanza di rimozione dei rifiuti rivolta al proprietario da parte del Comune è dunque illegittima.
Il TAR ribadisce  (Continua lettura articolo ..) 

adminRecinzione: Abbandono rifiuti da parte di terzi e proprietario del terreno
Leggi Tutto

AIA e sanzioni

AIA e sanzioni: art. 29 quattuordecies e art. 256 Dlgs. 152/2006
Cassazione penale n. 16756/2013
a cura di Studio legale Ambiente – Cinzia Silvestri


La sentenza offre utile riflessione sul rapporto esistente tra vari illeciti ovvero il rapporto tra il reato di cui all’art. 256 Dlgs. 152/2006 e le sanzioni previste dall’art. 29 quattordecies del Dlgs. 15272006 in materia si AIA.
E ciò anche alla luce delle modifiche intervenute agli artt. 29bis ss. ex Dlgs. 46/2014
Il Tribunale Teramo condannava  il Responsabile tecnico di un Consorzio ed il Presidente del Consiglio di amministrazione per il reato di cui al D.Lgs. n. 152 del 2006, art. 256, comma 4 perchè  non osservava le prescrizioni tecniche contenute nel provvedimento di autorizzazione all’esercizio della discarica Consortile , al fine di evitare rischi di inquinamento, in particolare, le acque superficiali nell’area di discarica non erano state contenute, il percolato non veniva adeguatamente captato e smaltito, con conseguente sversamento dello stesso nel terreno adiacente e sul Fosso .
L’impitato tra le varie contestazioni adduceva l’  “…erronea applicazione del D.Lgs. n. 152 del 2006, art. 256, comma 4 in quanto il reato contestato doveva essere quello di cui al D.Lgs. n. 59 del 2005, art. 16 ratione temporis, che punisce l’inosservanza delle prescrizioni dell’AIA (Autorizzazione integrata ambientale), con la pena dell’ammenda da 5.000 a 26.000, in quanto la discarica in oggetto rientra nella disciplina del D.Lgs. n. 152, art. 208 in quanto riceve più di 10 tonnellate al giorno;
La Cassazione risponde alla eccezione e con riferimento ancora al Dlgs. 59/2005 art. 16 comma 2 e precisa, rigettando l’eccezione che: “… risulta non fondato, atteso che la fattispecie indicata dal ricorrente, vigente ratione temporis, risulta residuale rispetto all’applicazione del D.Lgs. n. 152 del 2006, art. 256 in virtù dell’apposizione della clausola di riserva (del D.Lgs n. 59 del 2005, art. 16, comma 2 oggi abrogato, recita ® Salvo che il fatto costituisca più grave reato, si applica la sola pena dell’ammenda da 5.000 Euro a 26.000 Euro nei confronti di colui che pur essendo in possesso dell’autorizzazione integrata ambientale non ne osserva le prescrizioni o quelle imposte dall’autorità competente).
la cassazione evidenzia anche che l’applicazione della ammenda ai sensi dell’art. 16 citato non ha in concreto effetti favorevoli per l’imputato:”… infatti, a fronte della fattispecie incriminatrice richiesta in applicazione dal ricorrente, la quale prevede una pena dell’ammenda da 5.000 a 26.000 Euro, la disposizione applicata in concreto dal giudice di merito, in relazione alla riconosciuta attenuante della lieve entità del fatto, disciplinata al D.Lgs. n. 152 del 2006, art. 256, comma 4 (che consente una riduzione alla metà rispetto alla fattispecie), ha permesso al giudice di determinare la pena base in 3.000 Euro di ammenda, ridotte per effetto della diminuente a 1.500 e poi ulteriormente ridotta alla pena finale come comminata, per effetto delle circostanze attenuanti generiche.
 

adminAIA e sanzioni
Leggi Tutto

Rifiuto o non rifiuto?

Ricambi di auto usate  e traffico illecito di rifiuti ex art. 259 Dlgs. 152/2006
Cass. pen. Sez. III, Sent., 16-09-2014, n. 37847
a cura di Cinzia Silvestri e Margherita Pepe – Studio Legale Ambiente


 
La Polizia giudiziaria in occasione del controllo di un container destinato all’esportazione in Egitto sequestrava 10 tonnellate di ricambi auto di due tipologie:
a) ricambi attinenti alla sicurezza del veicolo;
b) ricambi non attinenti alla sicurezza dei veicolo.
Il sequestro veniva convalidato dal giudice solo per i ricambi attinenti alla sicurezza del veicolo, sul rilievo che i ricambi auto non attinenti alla sicurezza del veicolo possono essere oggetto di commercio ai sensi del D.Lgs. n. 209 del 2003 in attuazione della direttiva 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso, mentre le parti di ricambio attinenti alla sicurezza del veicolo fuori uso sono cedibili solo agli iscritti alle imprese esercenti attività di autoriparazione, di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 122, contenente disposizioni in materia di sicurezza della circolazione stradale e dell’attività di autoriparazione. E non essendo la società in questione iscritta alle imprese esercenti attività di autoriparazione, era stato confermato il loro sequestro.
I reati ipotizzati:
traffico illecito di rifiuti (art. 259 del DLgs 152/2006[1)) per aver compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco ad effettuare una spedizione transfrontaliera di rifiuti non pericolosi dichiarati alla Dogana come “motori usati e loro parti”;
– falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico (art. 483 del codice penale[2]) per aver falsamente dichiarato, nella bolletta doganale emessa dalla Dogana di, che si trattava di “motori usati e loro parti”.
 
DECISIONE
Al fine di dirimere la questione è necessario inquadrare in che modo ciò che è rifiuto può cessare la sua qualifica ed essere per ciò sottratto alla disciplina sui rifiuti.
I veicoli fuori uso e i prodotti del loro smantellamento sono rifiuti ai sensi della voce “16 01” dell’allegato D alla parte quarta del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, richiamato dall’art. 184, comma 5 del medesimo DLgs, che classifica i rifiuti.
Secondo l’art. 184-ter del medesimo decreto, però, un rifiuto cessa di essere tale quando viene sottoposto a un’operazione di recupero e soddisfa le seguenti condizioni:
a) la sostanza o l’oggetto è comunemente utilizzato per scopi specifici;
b) esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto;
c) la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti;
d) l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o sulla salute umana.
Inoltre l’art. 184-ter comma 4 richiama espressamente anche il DLgs 209/2003 relativo ai veicoli fuori uso.
Ne consegue che le parti di autoveicoli recuperate a seguito di messa in sicurezza, da parte di soggetto autorizzato e con il concorso delle condizioni di cui all’art. 184-ter, cessano di essere rifiuti.
Il fatto che le parti di ricambio attinenti alla sicurezza del veicolo fuori uso possono essere cedute solo agli iscritti alle imprese esercenti attività di autoriparazione non incide sulle condizioni previste per la cessazione della qualifica di rifiuto e la limitata commerciabilità delle parti di ricambio attinenti alla sicurezza del veicolo fuori uso non esclude che possa esistere un mercato o una domanda per tali oggetti.
Non è possibile quindi concludere sulla persistente natura di rifiuto delle parti di autoveicolo attinenti alla sicurezza della veicolo recuperate e messe in commercio solo sulla base della limitata commerciabilità, che non è legata alla tipologia di rifiuto recuperato, ma esclusivamente a questioni di sicurezza.
Le parti attinenti alla sicurezza del veicolo, infatti, sono quei componenti “il cui funzionamento errato provoca direttamente una perdita di controllo dell’autoveicolo o qualsiasi altro grave rischio per gli occupanti o eventuali terzi coinvolti” o quei componenti “il cui mancato funzionamento non è avvertibile dal conducente con un anticipo sufficiente a permettere di arrestare la marcia dei veicolo od a consentire manovre tali da eliminare le possibilità di rischio” Questo spiega perchè tali parti di ricambio possono essere cedute solo alle imprese esercenti attività di autoriparazione.
Ne consegue che, al fine di accertare la effettiva sussistenza del reato per il quale si procede, non rileva se le parti oggetto di spedizione attengano o meno alla sicurezza del veicolo, ma se sia, piuttosto, cessata o meno la qualifica di “rifiuto”.
Il giudice ha quindi annullato l’ordinanza impugnata e ha rinviato al Tribunale per riesaminarla.
 
[1] ART. 259 traffico illecito di rifiuti
1. Chiunque effettua una spedizione di rifiuti costituente traffico illecito ai sensi dell’articolo 26 del regolamento (CEE) 1° febbraio 1993, n. 259, o effettua una spedizione di rifiuti elencati nell’Allegato II del citato regolamento in violazione dell’articolo 1, comma 3, lettere a), b), c) e d), del regolamento stesso è punito con la pena dell’ammenda da millecinquecentocinquanta euro a ventiseimila euro e con l’arresto fino a due anni. La pena è aumentata in caso di spedizione di rifiuti pericolosi.
2. Alla sentenza di condanna, o a quella emessa ai sensi dell’articolo 444 del codice di procedura penale, per i reati relativi al traffico illecito di cui al comma 1 o al trasporto illecito di cui agli articoli 256 e 258, comma 4, consegue obbligatoriamente la confisca del mezzo di trasporto.
[2] Chiunque attesta falsamente al pubblico ufficiale, in un atto pubblico, fatti dei quali l’atto è destinato a provare la verità, è punito con la reclusione fino a due anni.
Se si tratta di false attestazioni in atti dello stato civile, la reclusione non può essere inferiore a tre mesi.

adminRifiuto o non rifiuto?
Leggi Tutto

Terre e rocce di piccoli cantieri: annullata DGRV n. 179/2013

Terre e rocce di piccoli cantieri: DGRV 179/2013 è annullata
Corte Costituzionale 10.10.2014 n. 232 e Regione Veneto
A cura Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


La Corte costituzionale ha annullato la DGR Veneto n. 179/2013 relativa alla disciplina delle terre e rocce da scavo nei piccoli cantieri ex art. 266comma 7 Dlgs. 152/2006 per lesione degli articoli 117 e 118 Costituzione (leggi sentenza Corte Costituzionale n. 232/2014)
La sentenza della Corte è di facile lettura e mette in luce:
1)   la competenza esclusiva statale in materia di ambiente
2)   la natura provvedimentale della DGRV 179/2013
3)   il conflitto di attribuzioni tra stato e Regioni
4)   l’effetto del sopravvenuto art. 41bis del DM 161/2012 (L. n. 98/2013)   ……continua lettura dell’articolo …”CCost. terre e rocce
 

adminTerre e rocce di piccoli cantieri: annullata DGRV n. 179/2013
Leggi Tutto

Committente e appaltatore: responsabilità per danni contro terzi

Committente e Appaltatore: responsabilità esclusiva per danni contro terzi
Cass. pen. 20557 del 30.9.2014
a cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


Un condomino convenne in giudizio il Condominio, l’amministratore dello stesso in proprio quale Direttore lavori, nonchè la società esecutrice dei lavori, chiedendo “..che fossero condannati al risarcimento dei danni patiti, nell’unità immobiliare di sua proprietà, a causa della cattiva esecuzione di opere di bonifica e di impermeabilizzazione del tetto del Palazzo; lamentò, in particolare, che, a seguito della fortissima pioggia caduta erano stati gravemente danneggiati i preziosi manoscritti e le filze costituenti l’archivio storico della biblioteca…”
Il Tribunale condannò l… continua lettura articolo “Committente danni

adminCommittente e appaltatore: responsabilità per danni contro terzi
Leggi Tutto

Regione e abbandono rifiuti: responsabilità

La Regione risponde dell’illecito abbandono rifiuti da parte di terzi (2)
Consiglio di Stato n. 3786/2014
Segnalazione a cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


La sentenza n. 3786/2014 del Consiglio di Stato ribadisce quanto già espresso dalla sentenza del CDS n. 2977/2014 (già evidenziata in questo sito).
Anche nel caso in questione si tratta di ordinanza Sindacale ex art. 192 Dlgs. 152/2006 diretta, questa volta, alla Regione Campania per far rimuovere e smaltire i rifiuti (vera discarica abusiva) accumulati al disotto della strada regionale sopraelevata, area di proprieta Regionale.
Il CDS evidenzia ancora la maggiore responsabilità degli enti pubblici al rispetto della normativa ambientale e al dovere di attivazione e cura del bene pubblico che non trova esimente neppure nella difficoltà economica della Regione e nella impossibilità di affrontare misure adeguate.
La sentenza del Consiglio di Stato verifica….continua lettura articolo Regione 192 Dlgs. 152.2006 

adminRegione e abbandono rifiuti: responsabilità
Leggi Tutto

Committente e Direttore Lavori: responsabilità reati ambientali

Committente e Direttore Lavori: responsabilità reati ambientali 
Cass. Pen. 37547/2013 – art. 256 Dlgs. n. 152/2006
Segnalazione a cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


La sentenza della Cassazione ribadisce che
1)    nessuna responsabilità può essere attribuita solo in forza della carica ricoperta
2)    la responsabilità omissiva ex art. 40 co. 2 c.p. (obbligo di impedire il fatto) può essere contestata solo se esiste una posizione di garanzia intesa quale espresso obbligo (contratto, legge ecc…) che impone il dovere di attivarsi per impedire l’evento.
Nel caso in esame la Cassazione esclude in capo al Committente ed al Direttore dei lavori l’obbligo di impedire reati ambientali laddove nessuna norma, legge, contratto prevede tale obbligo.


II Tribunale condannava ai sensi dell’art. 256 comma 2 Dlgs. 152/2006, in concorso tra loro,
“..il primo quale committente di lavori edili per la realizzazione di un fabbricato,
il secondo quale titolare della ditta esecutrice dei lavori, ….. continua lettura articolo 

adminCommittente e Direttore Lavori: responsabilità reati ambientali
Leggi Tutto

La Regione risponde dell'illecito abbandono di rifiuti di terzi

La Regione risponde dell’illecito abbandono rifiuti da parte di terzi (1)
Consiglio di Stato n. 2977/2014

Segnalazione a cura di  Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri  


 L’ individuazione della colpa nei soggetti pubblici trova precisazione nella sentenza del Consiglio di Stato 2977/2014 che riforma la sentenza TAR Campania 2586/2013; sentenza  che aveva annullato l’ordinanza di rimozione rifiuti del Sindaco contro la Regione.

Il CDS evidenzia la maggiore responsabilità degli enti pubblici al rispetto della normativa ambientale e al dovere di attivazione e cura del bene pubblico che non trova esimente neppure nella difficoltà economica della Regione e nella impossibilità di affrontare misure adeguate.
Precisa il CDS con riferimento alla responsabilità della Regione:
“..E ciò a maggior ragione quando si tratti di realtà locali – come quella in questione – caratterizzate dalla perduranza di situazioni emergenziali, dalla assenza diffusa di senso civico delle cittadinanze, da una diffusa omertà e dalla presenza di organizzazioni criminali proprio nel settore del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti: le pubbliche autorità possono concretamente esigere ed ottenere il rispetto della legalità, solo quando esse stesse ne danno l’esempio, applicando le leggi quando ne sono destinatarie e imponendo la loro applicazione, quando agiscano nell’esercizio dei loro doveri istituzionali…”
…. continua lettura dell’articolo  CDS 2977/2014 e responsabilità Regione ex art.192 Dlgs. 152.2006
adminLa Regione risponde dell'illecito abbandono di rifiuti di terzi
Leggi Tutto

Sicurezza: Committente e responsabilità di informazione

Sicurezza: Committente e responsabilità di informazione
Cass. pen.  n. 23670/13

Segnalazione a cura di  Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri 


Spesso la posizione di Committente induce le aziende alla errata convinzione di essere escluse da responsabilità. La sentenza citata coinvolge nella responsabilità per omicidio colposo anche il committente.

Il caso.
Un operaio della ditta appaltatrice …continua lettura articolo Committente Cass 23670.13

adminSicurezza: Committente e responsabilità di informazione
Leggi Tutto

Rifiuti e appalti: Responsabilità

Rifiuti e Appalti: Responsabilità
Cass. penale n. 13025/2014 – reato associativo e art. 260 Dlgs. 152/2006

A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


La sentenza  precisa il rapporto tra appaltatore e appaltante nella gestione dei rifiuti. In particolare:

 Il caso ed il reato contestato art. 260 Dlgs. 152/2006


La sentenza offre precisa individuazione del reato di traffico illecito di rifiuti organizzato in concorso tra società appaltante e appaltatrice.
L’indagato (società appaltatrice) era stato “….gravemente indiziato di essersi associato con altri, allo scopo di commettere delitti concernenti il traffico illecito organizzato di rifiuti speciali, anche pericolosi, mediante una serie indeterminata di trasporti e sversamenti,   ….continua la lettura dell’articolo  Rifiuti e appalti
 

adminRifiuti e appalti: Responsabilità
Leggi Tutto

Sicurezza: il datore di lavoro non risponde se….

Sicurezza: Il datore di lavoro non risponde se…
Tribunale Bari Sezione Lavoro n. 175/2014

Segnalazione a cura di  Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri 


Il ricorrente faceva valere la responsabilità del datore di lavoro per la patologia riscontrata alla schiena (“spondiliosi con discopatia L5-S1”), assumendo “…che la lesione dell’integrità fisica sia eziologicamente collegata alla prestazione lavorativa resa ed all’inosservanza, da parte del datore di lavoro, di tutte le misure necessarie affinché l’attività lavorativa non pregiudichi la salute del lavoratore….”

Il Tribunale ha però respinto la domanda del lavoratore  (continua lettura  Sicurezza TRib Bari 175.2014)

adminSicurezza: il datore di lavoro non risponde se….
Leggi Tutto

Terre e Rocce e normativa Regionale

Terre e Rocce e normativa Regionale: Corte Cost. n. 70 del 2.4.2014

Illegittimità costituzionale Legge Provincia Trento
A cura di Cinzia Silvestri– Studio Legale Ambiente


La Corte Costituzionale si pronuncia su antica questione ovvero sul limite della legislazione Regionale  rispetto alla competenza esclusiva dello Stato in materia ambientale.

La Corte richiama la sentenza della Corte n. 249/2009 che già aveva affermato il carattere “trasversale” della competenza statale in materia dell’ambiente e dell’ecosistema”.
Nel caso in esame il contrasto sorge in merito alla disciplina delle Terre e rocce da scavo da piccoli  cantieri, oggi … (continua lettura articolo TerreRocce Corte Cost. 70.2014

adminTerre e Rocce e normativa Regionale
Leggi Tutto

Sicurezza: Dirigente senza budget

Sicurezza: “Dirigente” senza budget
Cassazione penale n. 6370/2014

A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri 


 

La Corte di Cassazione, con sentenza 6370 dell’11 febbraio 2014, ha chiarito la posizione del soggetto che, sebbene qualificato come dirigente, non abbia poteri decisionali e di spesa ovvero di budget o fondi finanziari ai quali attingere, in relazione alle responsabilità scaturenti dalla sua posizione in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.. Tali soggetti pur avendo la qualifica di dirigente e occupando posizione di vertice non sono equiparabili al datore di lavoro e dunque non sono imputabili le relative responsabilità continua lettura articolo Dirigente senza budget

adminSicurezza: Dirigente senza budget
Leggi Tutto

Dlgs. 231/2001: differenza tra concussione e Induzione indebita

Dlgs. 231/2001 – Concussione e Induzione indebita
 Quale differenza tra i due reati? Risponde la Cassazione penale Sez. Unite 12224/2014
 A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


I reati di concussione e induzione indebita sono sanzionati dal Dlgs. 231/2001 con particolare gravità (da 300 quote a 800 e sanzioni interdittive) (vedi anche articolo su questo sito)
Tali reati possono essere utilmente commessi anche in materia ambientale attesa la trasversalità degli istituti tant’è che il Piano Nazionale Anticorruzione prevede l’estensione o comunque la considerazione di questi reati anche in tutti i settori (Ambiente, Sicurezza ecc..).
Di fatto l’introduzione del reato di Induzione amplia il novero dei comportamenti perseguibili in quanto coglie l’aspetto psicologico della induzione facilmente riscontrabile nella nostra quotidianità e forse meno percepibile come reato nella coscienza di molti. (continua lettura dlel’articolo concussione e induzione..)

adminDlgs. 231/2001: differenza tra concussione e Induzione indebita
Leggi Tutto

Sicurezza: Amministratore condominio e appalti

Sicurezza: Amministratore condominio e appalti
Cassazione penale n. 42347/2013 – Art. 26 Dlgs. 81/2008
A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri 


 
La Corte di Cassazione, con sentenza n. 42347 del 15 ottobre 2013, ha chiarito la posizione dell’amministratore di condominio riferita agli obblighi connessi ai contratti d’appalto o d’opera o di somministrazione (artt. 26 e 55 D. Lgs. 81/2008)
In particolare ha chiarito se l’amministratore di condominio, in caso di appalto, rivesta la qualifica di datore di lavoro e se, in ipotesi negativa, ricopra comunque una posizione di garanzia che gli impone di assicurare la sicurezza del lavoro.
La Cassazione rinvia …. (continua lettura Sicurezza amministratore condominio….

adminSicurezza: Amministratore condominio e appalti
Leggi Tutto

Acque di dilavamento e industriali: non sono assimilabili

Acque di dilavamento e industriali: non sono assimilabili
Cass. pen. Sez III 2867/2014  

A cura di Cinzia Silvestri– Studio Legale Ambiente


 

Il caso:
Sul piazzale asfaltato di uno stabilimento veniva stoccato del materiale (poltiglia, frammenti di carta, fanghiglia.. ). Le acque piovane (meteoriche di dilavamento) trascinavano i materiali stoccati trasformandosi in acque meteoriche contaminate, mescolandosi alle acque piovane e scaricando sul suolo a mezzo dei tombini.
 Ebbene secondo la sentenza poi impugnata …. (continua lettura articolo Acque dilavamento e industriali…)

adminAcque di dilavamento e industriali: non sono assimilabili
Leggi Tutto

Sfalci e potature: combustione

Sfalci e potature: Combustione
Cassazione penale n. 16474/2013
a cura di Cinzia Silvestri – Studio Legale Ambiente


 
La Cassazione penale ha affrontato un caso che si presenta oggi di particolare attualità, alla luce del nuovo reato di combustione illecita dei rifiuti (art. 256bis Dlgs. 152/2006).
La sentenza applica l’art. 185 Dlgs. 152/2006 come riformato nel 2010 (Dlgs. 205/2010): norma peraltro più favorevole per il reo e conseguente applicazione dell’art. 2 c.p. .. e la Cassazione  assolve l’imputato.
Continua a leggere l’articolo …256 sfalci potature

adminSfalci e potature: combustione
Leggi Tutto

Consorzi Imballaggi e Statuto: sospeso DM 26.4.2013

Consorzi Imballaggi e Statuto: TAR Lazio Ord. n. 89/2014 sospende  il DM 26.4.2013
segnalazione a cura di Studio Legale Ambiente 


Con DM 26.4.2013 il Ministero Ambiente provvedeva ad imporre ai Consorzi (gestione imballaggi) ex art. 223 Dlgs. 152/2006 la “formulazione” di nuovo Statuto.
Alcuni consorziati impugnavano il DM avanti al TAR Lazio evidenziando, tra le tante censure, che le disposizioni ivi contenute erano lesive della autonomia privata ; nonchè contrarie al dettato legislativo ex art. 223 Dlgs. 152/2006.
Il TAR Lazio riconosce le ragioni dei consorziati, seppur ancora in via cautelare, e sospende il DM 26.4.2013.
TAR Lazio
DM 26.4.2013
 

adminConsorzi Imballaggi e Statuto: sospeso DM 26.4.2013
Leggi Tutto

Prestanome e gestore di fatto: quali responsabilità ambientali?

Amministratore società/prestanome e gestore di fatto: quali responsabilità ?
A cura di Studio Legale Ambiente – Cinzia Silvestri


 
La sentenza n. 47110/2013 Cassazione penale richiama principi applicabili anche in tema di responsabilità per reati ambientali[1].
La vicenda considera il caso, non raro, in cui un soggetto assume formalmente la carica di amministratore della società quale mero prestanome.
 Il Tribunale in primo grado assolve il prestanome in quanto risultava provato che .. fosse estraneo alla vita economica dell’impresa societaria, gestita a sua insaputa…”
2. Il Procuratore Generale della Repubblica ricorre censurando la decisione per violazione dell’art. 40 cpv c.p. e art. 2392 c.c.
La corte di cassazione accoglie la tesi della Procura ed afferma che il gestore di fatto è imputabile in concorso con il prestanome (amministratore di diritto) il quale abbia concretamente concorso nel reato.
Il prestanome, pur essendo escluso dalla effettiva gestione della società, è ritenuto responsabile a titolo di dolo eventuale laddove si provi in concreto che lo stesso era a conoscenza dei reati perpetrati e non si sia attivato per impedire l’evento.
Rileva in particolare che l’amministratore di diritto, (prestanome) quale legale rappresentante della società ..è formalmente titolare di una posizione di garanzia, per cui risponde a titolo responsabilità omissiva in ordine alle violazioni della legge (nel caso di specie tributaria)  avendo l’obbligo di impedire l’evento, anche se esiste, come nel caso di specie, un amministratore di fatto, il quale concorre nel reato. “Secondo il PG ricorrente, allorchè l’amministratore di diritto (prestanome), disinteressandosi dai compiti che gli sono imposti dalla legge, consente che altri realizzino condotte delittuose, deve ritenersi responsabile perchè l’inerzia è sinonimo di omissione e questa può essere effetto di negligenza ma anche di dolo. Richiama il principio di diritto secondo cui il prestanome risponde a titolo di dolo eventuale perchè, accettando la carica sociale, assume anche i rischi connessi e rileva che nel caso di specie .. aveva avuto modo di cogliere segnali di allarme sulla regolarità della gestione societaria, come rilevato dalla stessa sentenza impugnata.

adminPrestanome e gestore di fatto: quali responsabilità ambientali?
Leggi Tutto

Rifiuti: trasporto illecito

Rifiuti: trasporto illecito, sequestro e responsabilità
a cura di Studio Legale Ambiente


La Cassazione penale precisa il concetto di pertinenza che permette il sequestro del veicolo nonché la responsabilità dell’azienda rispetto alla condotta del dipendente ex art. 256 Dlgs. 152/2006.
Si allega breve commento Cass. penale 45932/2913 : Cassazione penale 

adminRifiuti: trasporto illecito
Leggi Tutto

Rifiuti: trattamento e triturazione

Rifiuti: trattamento e triturazione (Cass. penale 3077/2013)
a cura di Studio Legale Ambiente


 
La Cassazione penale ribadisce il concetto che il trattamento esclude l’applicazione della normativa sulle terre e rocce da scavo nonchè dell’art. 230 Dlgs. 152/2006.
Si allega breve commento alla sentenza Cass. pen. 3077/2013 :Cassp. 3077. 256
 

adminRifiuti: trattamento e triturazione
Leggi Tutto